Carissimo
Angelo,
ho
tanto apprezzata la lettera tua al Foglio con quell'inquietante quis
custodiet custodes? Vedo che oggi, sempre sul Foglio, ingenui
giovincelli e giovincelle sembrano risponderti. Dal canto mio ho
inviato una noticina in cui sparando i primi colpi sulla grandiosità
del grand commis dello Stato dottor Angelo De Mattia, una qualche
sardonica saetta contro i vari macchiati e rizzi sono riuscito a
scoccare. Credo che non me la pubblicheranno, E ciò sarà istruttivo
per me. Intanto, visto che luglio sta trascorrendo, vorrei mandargli,
come lettera al direttore, il “pezzo” non giornalistico che tu
sai. Diversamente va a male per discronico riferimento.
Ti
accludo il testo della mia noticina.
Pur
astretto in angusti spazi, Angelo De Mattia solleva il “quis
custodiet custodes?” per le agenzie di rating ed ammonisce sulle
manipolazioni dei tassi Libor ed Euribor: mondi misteriosi per noi
maldestri fruitori delle propinate libagioni economicistiche. Angelo
De Mattia, arcigno ed impenetrabile uditore di tanti sproloqui, sa
dopo profondere il suo superiore ingegno nello spiegare, ammonire,
prospettare ad onta dei macchiati
odierni
o dei rizzi castali di ieri. Lo conosciamo da trent'anni e più; lo
abbiamo anche avversato nelle roventi riunioni USPIE-CGIL, irriso,
forse, a proposito di una centoventisette dispensata dai vertici di
Bankit per ammansire i rossi della nuova prorompente dirigenza
(Micosi, sì proprio lui segretario della sezione PCI di via del
Boschetto, primo; lo sfortunato Frasca, secondo e il nostro eroe
settimo): ma appunto per questo abbiamo raccolto le nostre pive nel
sacco, perché Angelo era di impareggiabile ingegno, di irresistibile
dialettica, di lungimiranza politica, di saggezza inossidabile e per
giunta geniale organizzatore. Se Fazio lo volle accanto a sé, lui
cattolicissimo e quasi bigotto, l'altro rosso incorruttibile e
grintosamente laico, non fu certo per maneggi parapolitici. Poi, la
decaduta manovalanza bankitalia avrebbe preteso sindacalistiche
accondiscendenze. La pioggia dei privilegi retributivi, assistenziali
e persino mutualistici diradò e la rabbia dei mediocri si appuntò
contro chi si riteneva avere ambo le chiavi del cuore di Antonio.
Oggi abbiamo una USPIE (o come dir si voglia) vomitevole verso il suo
geniale fondatore.
Spero
che Lei signor Direttore – unico gigante di quella lingua veicolare
che attiene al mondo giornalistico (gli altri o sono troppo vecchi o
troppo giovani oppure se dell'età di mezzo, pipistrelli, mezzo topi
e mezzo uccelli) – conceda adeguati spazi al caro Angelo, perché
ci spieghi e ci ammaestri: ne è in grado, credo addirittura, in
certi campi il solo. Certo ora potrà scorticare un tal Tremonti, che
come ex superispettore del Secit di Reviglio potrei persino io ….
sublimare.
Calogero
Taverna
Debbo
aggiungere che riprendendo un vecchio testo di diritto amministrativo
e pubblico di V.E. Orlando
(Scritti
giuridici varii – 1941-1952 – Giuffré 1955) le budella mi si
torcono avendo presente questo stralcio giornalistco che trovo in
Internet.
V.E.
Orlando discetta da par suo su Norma e Fatto. Per il dottor Fazio, la
norma violata sarebbe quella di aver perso “il ruolo di vigile
equidistanza”. E quale il fatto? Ha abbandonata quella cogente
EQUIDISTANZA “ per assumere consapevolmente quello di 'regista
occulto' e di istigatore, determinato a perseguire - con ogni mezzo
fraudolento e/o elusivo della normativa in tema di opa e di patti
parasociali - il suo fine di mantenere saldo il principio
dell'italianità della banca".
Siamo
di fronte alle follie ermeneutiche; a pasticci (pare che la Ichino di
pasticci se ne intenda, s'intende quelli culinari) giuridici da
incolti del diritto. Cassata la vecchia legge bancaria (che non era
fascista, ma sottile, laica forse massonica) ed anche quella nuova
(pur tanto vulnerasta da imperiti legislatori e vacui conoscitori di
cose bancarie), la stessa lettura – tutta meneghina - del Pratis,
le illuminanti letture delle considerazioni finali di fine maggio di
cinque colosi signori Governatori, la consolidata anche se sofferta
giurisprudenza, gli studi di una Consulenza legale, il pensiero di
costituzionalisti al di sopra di ogni sospetto.
Già,
si dice, Fazio è stato assolto. La banchetta spagnola gli dovrebbe
restituire la provvisonale malaccortamente ed improvvidamente
comminata da una pretoressa ignara dei problemi della italiana
bilancia dei pagamenti- Ma quella banchetta credo che oggi è nella
morsa della illiquidità bancaria di cui parlano i giornali
d''oggidì- Fazio aveva vigilata,aveva preventivato la idoneità
dello straniero ente creditizio, l'improvvida scalata spagnola ad una
nostra colossale banca di diritto pubblico. Al danno, aggiunerà ora
la beffa per colpa di una pasticciera che il Consiglio superiore
della magistratura non sa o non vuole valutare.
Così
va la giustizia italiana!
Calogero
Taverna
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