C O R , il mio Blog Contra Omnia Racalmuto
Una cosa è certa: non piacerò giammai a Michel Montaigne. Dicono che Montaigne disse: il linguaggio che mi piace è un linguaggio semplice e spontaneo, tale sulla carta quale sulle labbra.
Pasolini infilzò un giovane Sciascia con una figura
retorica: ipotassi. Sciascia ne fu stizzito ma per amore della gloria
s’inchinò.
Tutti dicono che divennero amici per la pelle. Non ci credo .. non foss’altro per diversità di gusti sessuali.
Tutti dicono che divennero amici per la pelle. Non ci credo .. non foss’altro per diversità di gusti sessuali.
Anche
alla Maraini ,a Racalmuto ,volevano estorcere un atto di grande empatia con lo
scorbutico siculo. Maraini fu abile e glissò. Fresca era nella memoria di tanti
l’isterica aggressione della nobile di Sicilia per una faccenda di matriarcato,
qui da noi: cosa verissima ma che sovvertiva ossificati giudizi sul nostro
essere maschi imperiosi.
Non sono ipotattico, sono peggio. Reduce dagli sberleffi
dell’altro ieri per il mio modo di scrivere, debbo rammentare chi nel darmi del
“desueto” e dell’ “antiquato” si proclamava Racalmutese fiero. Qualche altro,
anonimamente, prima invocava l’’albatro, che poteva significare anche
corbezzolo, quell’arbusto circondante il giardino dei sogni erotici di Sciascia
per visionarie traspunzioni dal lubrico Tiziano alle nude e pingui ericine
danzanti oltre la siepe della Noce, avanti il maniero di un Matrona al maschile,
ma troppo maschile, e poi vittima di autoschediasmi avrebbe avuto l’ardire di
insegnarmi le leggi dell’assennato pensare.
Comico, solo comico, un mancato pastore mi rimproverava
velleitarismi attingenti a spocchie della Crusca. Parla comu ti nzignà to
pà e to mà: dialettale imperio di un anonimo senza
acume.
Io non ho voglia di piacere a Montaigne: mi piace la
contorsione, l’ellissi, la prolissità, l’iperbole, il desueto, meglio il
vetusto, il cacofonico, l’imo della volgarità, nominare apertis verbis
parti infami che Dio creò in libertà e preti coprirono di vegogna, e se una
copula invereconda mi attrae a dispiegamento di un mio uzzolo, di una mia
allegoria, di un mio sogno represso, perché obnubilarla? Divengo
pornograficamente esplicito, con l’accortezza di dirlo in qualche mio oscuro
libro, chissà in qualche romanzetto dal giallognolo titolo come La Donna del
Mossad.
Approdo al teologo in braghe, Vito di nome, cognominato
Mancuso, per convivere con Siracide (consulto in fretta e furia wikipedia: Il
Libro del Siracide (greco Σοφία Σειράχ, sofía seirách , "sapienza di Sirach";
latino Siracides) o più raramente Ecclesiastico (da non confondere con
l'Ecclesiaste o Qoelet) è un testo contenuto nella Bibbia cristiana (Settanta e
Vulgata) ma non accolto nella Bibbia ebraica (Tanakh). Come gli altri libri
deuterocanonici è considerato ispirato nella tradizione cattolica e ortodossa,
(mentre la tradizione protestante lo considera apocrifo.) e
salmodiare:
La fornace prova gli oggetti del
vasaio
La prova dell’uomo si ha nella
conversazione.
Il frutto dimostra come è coltivato
l’albero,
così la parola rivela il sentimento
dell’uomo.
Non lodare un uomo prima che abbia
parlato,
poiché questa è la prova degli
uomini.
Per celia dico sussurro e ammicco: sono un eretico:
Impossibile a nulla credendo. Se fossi Scalfari mi dichiarerei “laico non
credente” e persino il signor arcivescovo di Giorgenti mi darebbe udienza.
Anch’io come Scalfari salii scale lapidee in quel di Giorgenti, non volli
piegarmi dinanzi a un’ostia esposta che ipostatizzava tutto intero Jehovah: Il
padre di Tanu subito si genuflesse, seguì lungo lungo l’evanescente presidente
del circolo unione, padre Puma dovette. Di là un vescovo rubeo non ebbe
sussiego: finì a schifiu.
Eretico io? No, solo dadaista (non nel senso di dar
plauso ad un vaso per piscio, ma come dire “vi sommergeremo in un mare di
ridicolo”). E negletta la lingua gesticolare dei padri, arraffo in ALSO SPRACH
ZARARHUSTRA. Naturalmente ignoro il tedesco.
Naturalmente orde di erinni di religiosa fattura mi
azzannano: signorine in sacrestia, maritate all’anagrafe fraintendono e mi
latrano con riservato messaggio: Come osi? Bestemmi lo spirito santo, il
soffiatore fecondo della vergine maria? E già, sì. Ma non perché ami la
giustizia solo perché rispetto i parti delle vergini in
capillis.
Quando son umile, rarissimamente, canto con Omero i versi
dei vecchioni che dicono di essere ormai solo frivoli uccellini (non i riddilii
di Totò) che sulle cime degli alberi cinguettano saggezza vetusta, dopo
scarnificanti aggressività dell’età che si dice matura. Ma di ciò in altro
tempo. Spero nel mio blog, tutto mio, senza censori, senza
censure.
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