giovedì 9 maggio 2013

Non amo le regole



Nella giornata più sballata della mia lunga vita di ottantenne, mi capita oggi che qualcuno cerca di interloquire con me spingendomi a fare la cosa che odio di più: salire in cattedra per spiegare. Io mi vanto di non avere mai fatto un giorno di scuola nella mia vita. E se volete, anche per alterigia: cosa possono capire astanti specie se in gonnella e che magari hanno voglia di mostrarti le loro puranco appetibili cosce? Ripiccato comunque ho risposto, a modo mio e manco so cosa ho scritto. Io non rileggo mai le mie cose. Dattilograficamente oscene, grammaticalmente amanti dell'anacoluto, sintatticamente asimmetriche, analogicamente pindariche; circolari come le cose ella vita. Non amo le regole.



DOMANDA


sull'arte... oggi ci ho capito poco. puoi essere più esplicito su quello che hai detto sull'estetica? grazie a dopo

RISPOSTA

  • Calogero Taverna

    Carissimo Carmelo, io non mi intendo assolutamente di arte, ma come dico nel mio blog spiego (e bene) agli atri, quello che io per me non ho per niente capito. Ma qui voglio farti un discorso da amico. Distinguiamo arte e arte. Anche quella dello spazzino che sa bene scopare una strada è un'arte. Anche le imbecillità che tanti pubblicano sulla storia diRacalmuto senza nulla saperne. Ance quella di chi crede che possa inventarsi strutture sveve a Racalmuto per arraffare soldi (avendono persi magari tanti per non essersi fatto bene i conti) è un'arte: l'arte dell'imbroglione. C'è chi si mette a scrivere minchiate e crede di avere fatto un capolavoro e dichiara di esser uno scrittore, che insomma già possieda l'arte (difficlissima) dello scrivere. Etc. Etc. Sciascia era molto selettivo e di arte se ne intendeva davvero e di pittura ancor di più: più leggo il suo profilo critico su Guttuso in Cruciverba e cchiossa' m'arrizzanu li carni. Non mi bastano le mie reminiscenze filosofiche (che modestia a parte sono discrete) ma debbo andare oltre e talora non tocco la punta di quesua guglia gotica del suo meditato colto e divinamente scritto, pensiero.
    E Sciascia nell'appunto (è uno scritto giovanile, peraltro) distingue: l'artista vero: da? non lo dice perché lui è sempre persona educata . Dai mestieranti aggiungo io.
    L'artista vero è innanzitutto un CREATIVO, un poeta (che significa in greco creare). Non imita niente e nessuno. I ripetitori di cose eccelse già create dai veri ARTISTI sono stucchevoli già a prima vista. Non hanno anima, non hanno lingua, sono cose morte di anime morte. Sciascia stesso insomma scrisse quattro o cinque poesie per la morte del fratello e poi si guardò dallo scriverne altre. Non poteva competetere ad esempio con Pasolini che più che narratore o cineasta fu e resta grandissimo poeta DIFFICILISSIMO . Così in scala ridotta, ma molto ridotta Camilleri che Sciascia non amava e tutte le orge encomiastiche e igemellaggi d'oggidì mi fanno stomacare.
    Ora l'artista VERO quando riesce a fare un, OPERA VERA creativa parte da un mistero che non svelerà mai, ineffabile, eppure lui sulla carta sulla pellicola sul marmo profonde una poesia trascendente ogni umana capacità espressiva. URLA o piange o ride o non so che, ma è divino e Dio ha invidia di lui come mi capitò di capire l'altra sera all'Auditorium con Mozart. Certo se uno è Michelangelo o Raffaello o il Guercino o il nostro Antonello da Messina ci riesce, anche Picasso o altri (ma pochi) e gli altri? imbratttano s'illudono e credono di riuscire ad illudere.
    Ma fatta l'opera VERA vi è la questione della comunicabilità. L'arte vera ha anche il dono di farsi capire - ma non da tutti s'intende, ma solo da chi ha occhi per vedere, orechie per sentire e soprattutto ha intelletto per capire. Se gi idioti non capscono, pazienza. L'arte è cosa divina, non è cosa per uomini normali. E credo così di averti confidato quale è il mio concetto di arte.




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