giovedì 7 novembre 2013

detto così tra noi n modo he nesuno legga e quindo possa io dire quel che voglio


Perché in vita mia mai ho pronunciato blasfema parola? mai indottomi a lubriche espressioni, a voglie depravate sino a bestiali contatti, ed altro di pravo, di quanto decomposto nei sensi nel cuore nell'anima uomo ardisca ordire contro volti celesti e sembianze di ripugnante afrore. E stare d'incanto, ammaliato dal male, gioiosamente scurrile tutto vorrei con lingua arroventata da tempi diluiti caduchi beffardi insolenti eruttare, Eruptavit verbum malum Domine. Cur? quia malus sum. Sono perfido infedele triviale, violento. Ogni canone reietto, ogni limite divelto, ogni onorabile effluvio deriso, voglio essere quel me stesso che mai sono stato. Quia quasi cerulea, palpabile eppure diafana, amabile, voluttuosa eppure castissima come monaca presa davvero da divino amore, la bramai, sembrò bramarmi. Ma subito rigida, frigida vacua priva di sensi, orbata del sesso mi inondò di algida nulla, Così la odiai. Forse questo è essere donna, come Chiesa diceva scarnificata di animo quasi munita di pallida insensa anima. Sono davvero da amare le donne?

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