venerdì 5 aprile 2013

I filosofi? MORTI. Subentra il culto del BELLO


o   Sono stato sempre ebbro di libertà e per averne il massimo, tutta; sono stato anche infido e perfido. E me ne vanto per giunta. Per l'uomo non c'è un giusto mezzo in tema di libertà: o è libero o è schiavo; il troppo nell'essere libero è concetto deviante. La libertà è totalizzante. Credo di aver pagato di persona per avere la LIBERTA': tutta la libertà. Gli aforismi han questo di ingannevole: sembrano belli a sentirli ma non significano nulla.


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Vittorio Arfinengo - Il dono di saper leggere oltre e' essere oltre. - La tua verita' e' un frammento di democrazia, l'aforismo ha signoficato se vissuto nel progetto della vita per il bene del social-collettivo, ebbene si' io non sono materialista, io credo nel materializzare attraverso l'errore dell'altrui e per il bene dell'altrui, Io sono Io..........Rivivrei tutto della mia vita sino ad oggi e tutto cio' che ho pensato di vivere e che per ora non ho vissuto. Rivendichi con la tua solita claustrofobia da passato senza accogliere il desiderio del futuro immediato, rappresenti cospirazioni sul pensiero.


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Calogero Taverna Io, l'opposto. Per questo è bello litigare.


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Calogero Taverna Il tuo pensiero filosofico - molto raffinato e concettualmente intricato ed intricante - quale sopra richiamato cozza, ad esempio con il mio immanentismo. che così per un vezzo di comunicabilità social-popolare segno col termine materialismo: il conoscibile è tutto qui nella nostra immanenza. Al fondo del mio pensare insomma vi è Kant, vi è la demolizione che questo titanico pensatore tedesco fece della tomistica, del pensar cattolico quindi. Dall'immanente non si arriva al trascendente. Aggiungi poi Hegel cui si deve la grande intuizione che è l'IDEA a creare il mondo conoscibile. Immanentismo anche qui. Mi rendo conto che mi rendo qui molto superficiale, ma non sono un filosofo né tampoco un pedagogo. E' solo per essere cortese con te e cercare di seguirti sul tuo terreno. Peraltro, dai primi grandissimi filosofi greci, a Cristo, ai titanici pensatori tedeschi sino alla meditazione sulla incomunicabilità di Camus o di Sartre il pensiero umano "collettivo" ne ha fatto di passi e di passi da gigante.


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Calogero Taverna Eppure mi pare che oggi vi sia il superamento di ogni filosofia, di ogni astrattezza pensante. Dalla ricerca - impossibile - della verità, corriamo verso la realtà, il "reale" nella sua integrità, totalità: nella sua mirabile immanenza o meglio "materialità”. Un "reale" quale splendore del "bello". Già le nuove generazioni nascono e ingiovaniscono con un corpo bello attraente, "sensuale”. Oggi Bello e Sessuale sono le due grandi motrici del vivere civile. Si è belli e soprattutto belle. Oggi si è “belli"  e si ama il bello. L'etica si sobbarca al “piacere", innanzitutto "erotico". Fisico e spirito atti ad armonizzarsi ed esplodere in momenti topici del piacere. Il piacere sessuale non è più una dannazione divina ma "scopo" lo scopo del piacere, persino orgiastico. Certa sublimazione orgiastica dell'antica Grecia, dell'antica Roma sta tornando vittoriosa, imperativa. Anche la Chiesa sta ritirandosi dietro una cortina almeno di tolleranza. Il "peccato" è morto.


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Calogero Taverna Scrissi da dilettante presuntuoso (La Donna Del Mossad) che ormai residuano i soli grandi pensatori Marx e Freud. Il tradizionale "dacci il pane quotidiano" e il volgare - scusate ora  un eloquio non molto beneducato - "dacci oggi il nostro coito quotidiano" sono divenuti le due facce di una stessa medaglia. Vogliamo vivere opulentemente, vogliamo vivere per un erotismo totale. In pillole appunto: Marx e Freud. Il resto è antico, desueto, "morto". Aristotele è morto, Platone è morto (solo Plotino lo si vuol adattare ai nostri tempi, ma pare patetico tentativo di filosofi con grosso problema di castrazione), Cristo è morto, Agostino è morto,  Lutero è morto, Tommaso è morto. ed anche Kant, Hegel,  Ficthe sono morti. Nasce il bello, il culto del bello e la vita, appunto, è bella. Anche i mistici scadono in vezzi riproduttivi fotograficamente di bei sederi ignudi femminei, un invito al peccato di "nefando".

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