mercoledì 22 maggio 2013
Lettera ad ignota
Non so se riconosco l'autrice di questa algida cronaca di un suicidio annunciato. Dovessi cogliere nel segno le direi: ma le corde pazze le strimpelliamo tutti, ma le alterniamo con quelle della gioia e non ci aggrappiamo alle monodiche nenie del cupio dissolvi. Certo ci vuol coraggio a vivere la vita; qualcuno dice: la morte si sconta vivendo . appunto per questo la vita va vissuta nei tempi del sole e in quelle delle tenebre, nell'istane della abbraccio fremente e nella vacua attesa di chi parte e non torna. Perché vivere è imperativo categorico. E non vi può oscurare il sentrsi viva, con peccaminose ma ineludibili brame, istanti laidi o sconcerti di corpi disfatti in camere dall'accesso vietato. All'inferno non si piomba se si è peccato, vi si scivola se si è senza peccato perché si è commesso il peccato più grave, si è tradita la vita. Se qualcuno ti offre effimere euforie, asfissie loquaci, se qualche vitale esitazione ti hanno sorpresa , non scacciare via l'importuno: gioca con lui. Forse sarete in due a salvarvi.
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