Poggio Poponesco - un sito archeologico da salvare -
un unicum per l'archeologia medievale.
In un
vecchio atlante geografico del '700 POGGIO POPONESCO appare, vivo, vitale,
distinto ed autonomo. Ai suoi piedi, sotto la sua egemonia si distende tra
dirupi sino al vecchio fiume Fiamignano, ma apparechiaro che è altra cosa.
E' la
vetusta delle origini innanzi tutt a distungue il vecchio insediamento
abitativo POGGIO POPONESC appunto dal languido defluire di csali modesti
accanto alle pretenzione dimore dei nuovi ricchi del tempo FIAMGNANO.
E sopra
Poggoìio Ponensco, come si vertice egemone il Csatrum, medievale sez adubbio,
ma antico sino ai tempi del dominio dei frati farfensi ce sinora solo il grande
Lugini ha cercato disbirciare. Nel mezzo di una teoria di castelli mediaveli,
Il Lugini ne conta una rentina. Nessuna ricerca storica, nessuna
salvaguardiacorale, nessuna spesa "produttiva". Solo l'assurdo di
quelche ottuso campanilism che di un qualcuno di codestimanieri ve ha fatto il
topos di una dell più inverosimili tregende cinuecentesco. Buona coa se in
contiguita ad una esaustiva; pessima, se sbricciolante un bel quadro d'assieme
Ed in
relazioni a tanti castelli, ma a noi qui interessa per necesità di tesi solo il
Castrum di Poggio Poponesco., sempre il dodevlossimo Lugini gettauna luce non
ancora adeguatamente scandagliata tra castello e rete viaria nel reatino antica
e collegabile all'anno 1151 e alle notule farfenses degi ann 1148 e 1149. Si
finanziino pure tracciati incredibii che dall'estremo Nord arrivano sino a
Pachino, ma si dia premineza agli studi e alla salvaguardia dei lughi nell'aleo
erio e scientifico impostoc dal Lugini (pag. 132)..
Quindiil
castrum sopra Poggio Poponesco è faccenda farfense eperanto dislocabile nella
prima metà del XII secolo? Il Castrum, molto probabile-occorrono scavo mirati,
srati stratigrafii. sondaggi addirittura da laboratori atomici (come
sperimentato positivamente a Catania, con la cività sicata il cui epicentro
sarenbbe Racalmuto ma per giochi di poteri trslatoa milena). Quanti soldi
occorrono? Tanti, tantisssi, ma frattanto perché non si inzia con meno, molto
meno, con ricorso a fonti più disceret ma più accessibili? Posso lamentare
incurie ancestrali (qundo rinasxe il medico Lugini?)? posso ravvisare incurie,
inidoneità, abulie, campanilisi gretti edostativi. acciie, indolenze,
dispersioni colpevoli?
Ma basta non
perseverare. A chi serve il processo alpassato, anzi ad un rosario di occasioni
perdute.
Ma il centro
abitativo, no! E' di molto antecedente. Ci soccorre sempre il lugini con
questedue epigrafi: la dodicesima e la tredicesima: Molto più complessa, rica e
di importanza storica, politica e giuspubblicistica sconfinata. A noi è bastato
esibire la foto della lapide murata improvvidamente esenza alcuna raffinatezza
culturle in alto all'interno di unciesa cattolica a S. Elpidio - adirittura con
la compiacenza di un rappresentante delle autorità di settore ui incombeva qualche
dovere di rapporto - al ua specialista francesse che subito mi inabissò on una
marea di dari scientifici, storici ed istituzinali degni di un gran trttato di
diritto roano, spunti che abbaiamo passato a QUELLI DEL COCOLANO che senza
inducia e con molta ortesia hanno reso di pubblica ragione, nel territorio.
Figurarsi de
dovessi sottoporre il quesito circa il significato di vasche, fistlae e sigilla
ahenea in una lapide romana. E questa lapide dove è stata rinvenuta: nell'ex
"convento dei cappuccini di Fiamignano, come dire ai pidi di Poggio
Poponesco. Quindi Poggio poponesco risale per lo meno al primo secolo dell'era
cristiana.
Non tutto
merito del Lugini, ma Grutero (1020, 4, 5), Doni (11, 17) Martelli (tom. II, p.
160), Garrucci (pg. 163 del Bullettino. E come se non bastasse addirittura il
Mommsen (I.N. 57 13) al tempo del Lugini edora nei ponderosi epigrafi del CIL.
Ma tanto ben
di dio è stato preso in considerazioe in ltre un secolo? Se non andiamo errati,
solo la lodevole ma impari inziativa di un volenteroso dilettante locale. Che
hanno fatto le autorità di setore? Quale ancor piccolo investimento le
dispendiose e dispersive fonti pubblche? Non è arrivato iltempo di riparare.
Alorabastano
due milleni di vita per Poggio Poponesco? No! ancora più indietro. Accanto
alcastrum squadre di archeologi professionististranieri hanno rinvenuto,
studiato, salvaguardato (almeno pro tempore) un insediamento umano preistorico.
Vi sono pubblicazioni; non ho avuto modo di studiarle e valutarle. Comunque
cose pregevolissime, egne dello stadio scientifico raggiunto nel settore. Cose
che in ogni caso non possono venire lasciate - come credo che avvenga -
all'incuria ed alla omessa vigilanza,ad un pascolo in mano a sonnecchiosi e
talora infoiati albanesi (certi fatti di cronanca sono quelli che sono e pur un
filntropo non razzista come me ne resta turbato. Un intensificarsi della
viglanza campestre non sarebbe aupicabile, sia per le nostre donne, sia per il
buon nome della quasi totalità degli extracomunitari costretti ad
inselvatichirsi cone pecore, porci e bovini quanto in egole con le esose
pretese del fisco e ell'Inps non so.) Aggiungas che quei ritrovmenti sul
crinale di un'altissima montagna non patrimono dell'umanità ome il castrum,
come l'abitato residuo (m di questo dpo). Non vi sono costi cospicui che
possano assolvere da inadiempienze e da cerenze di investimenti necessari,
improcrastinabili, ineludibili, impellenti.
E quanto
all'epigrafia romana dell'intero Cicolano e specificatamente a queste due
ladipi di Pogio poponesco non vi sono parole pr sottolilearne l'importanza. A
mo' di esempio, facciamo qui un richiamo d qantosi è di recente polemizzatoin
ordine ad una lapide egrafale ogi mal posta in una chiesa di S. Elpidio.
Rieniamo di voner qui riportare i termini essenziali del corelato dibattito:
Didattito
sull'epigrafia del Cicolano - La lapide di S. Elpidio
da Calogero
Taverna (Note) Lunedì 13 maggio 2013 alle ore 16.32
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· Calogero
Taverna
Toto corde
plaudo al ritorno sulle mura della chiesa di Sant'Elpidio della epigrafe lapidea
risalente ad un arco di un paio di secoli dal I a.C . al I d. C. a dire dei
tecnici. Certo mi sarebbe piaciuto che con gli strumenti scientifici d'oggidì e
con le cognizioni altamente sofisticate dei nostri migliori archeologi,
quell'arco si restringesse di molto, anche per meglio precisare i dati storici
del Cicolano. A questo riguardo non so proprio se affiggere una lastra con
incisi caratteri latini in alto su una parete esterna di una chiesa sia stata
scelta oculata. Iniziare a conservare e ad esporre acconciamente in un
antiquarium i tanti preziosissimi reperti archeologici del Cicolano molto
gioverebbe alla ricerca storica.
Già quel L.
CARCURIN[us?] molto probabilmente edile, per gli specialisti prosopografici
potrebbe dir molto specie ai fini della datazione. Noi non sappiamo quel Q e
quel TARONIA cui segue TERT ...se siano suscettibili di corrette e illuminanti
letture archeologiche. In alto poi non so come si possano misurare le lettere
incise (ammesso che non sia stato fatto) che consentono agli specialisti
specifiche di importanza non trascurabile.Il Lugini - una volta tanto
recuperato - ci avverte che quell lapide, già allora monca, non stava sui meri
della chiesa, sibbene "in quel tempietto che sottostà alla stessa dove
serve di capitello ad una delle colonne che ne sostengono la volta". Credo
che il terremoto abbia fatto tabula rasa ed oggi nulla abbiamo. Magari per un
eccesso di pignoleria, segnalo che la epigrafe pubblicata dal Lugini sta a pag.
91 della recente edizione e non a pag. 93 come scrive Mario Buonocore (a meno
che non si riferisca ad altra edizione) nella pregevole rivista QUADERNO VALLE
DEL SALTO del 1° dicembre 2007; rivista che va propagandata e adeguatamente
supportata per il turismo dell’intero Cicolano.
solo una
piccola precisazione: la lapide è stata messa sì, su di una parete, ma interna
alla chiesa! =)
Calogero
Taverna Grazie per la precisazione; del resto (com metto troppo tra parentesi:
orribili zeppe; ma spiego in CONTRA OMNIA RACALMUTO perché scrivo così) cerco
di pararmi i colpi non essendo sul luogo né del luogo.
Calogero
Taverna Non per polemica, solo per una discussione che possa dare qualche
frutto. La lapide messa in chiesa a S. Elpidio non so cosa possa avere di
sacro, almeno per la religione cattolica. Suppongo ce il tempietto di cui parla
il Lugini possa essere stato un residuo di un tempio romano esistente tra il
primo secolo a.C. e i primissimi secoli d. C. Un alto funzionario dell'impero
romano poteva benissimo mettervi una epigrafe lapidea a futura memoria. Dobbiamo
al Buonocore se sappiamo che ne parla nei CIL il Mommsen al n. 4126. Dovrei
andare in biblioteca a consultare tale pagina d l CIL, non credo che ne avrò
tempo. Dovrei anche consultare grossissimi volumi prosopografici per vedere se
trovo qualcosa su un Carcurinus edile. I testi di Mommsen sulla storia romana
dovrebbero contenere qualcosa. Mi domando: cosa ci sta a fare materiale simile
dentro una chiesa cattolica sia pure di un paesino con nome greco, alla stregua
di Sant'Anatolia, Sant'Agapito, S. Ippolito ... Che ci stanno a fare tanti
toponomastici greci in una limitata enclave? Non pensa che questi ed altri
quesiti potrebbero avere allettante risposta in cartigli attorno a tanti bei
reperti archeologici. Avete tanti immobili pubblici ormai in disuso e quanta
attrattiva per turismo colto avrebbero antiquarii del genere? Ricordo che tempo
fa al Museo Pigorini di Roma attraeva molto la tomba ricostruita di un
guerriero longobardo che era stata ritrovata in Val di Varri. Ora non c'è pù
nulla nelle sale d'esposizione. el Cicolano quella tomba non sarebbe più
confacene? Avete tanta ricchezza archeologica, storica, culturale:
valorizzatela. So bene che siete ora in pochi ed è già molto che taluni bei
paesini resistono ancora. Ma io per imposizione politica debbo essere
ottimista.
posso dire
che molto probab ilmente la lapide, con nessuna rilevanza dal punto di vista
cattolico è stata "rimessa" in chiesa per due motivi: 1) è stata da
lì prelevata in seguito al terremoto del 1915 che ha devastato la Marsica ed
anche la quasi totalità del nostro paese, ivi compresa la chiesa (poi perchè
fino al 1915 fosse lì io non lo so)
2) la chiesa
credo che sia l'unico luogo che permette di poterla visionare a TUTTI i
cittadini di S.Elpidio senza andare a ricercarla nei varii musei (ad esempio
molti dei resti, oggetti reperti del nostro paese sono nel museo di Borgo
S.Pietro o a Rieti, ed io che ho 32 anni, non sono mai andata a cederli,
figuriamoci i nostri bei vecchietti).
per quel che
riguarda la toponomastica posso dire che il nostro paese porta il nome del
Vescovo S.Elpidio poichè leggenda dice che tale Vescovo si era recato a Roma
dalla Francia, paese dove attuava il suo operato, e sulla strada del ritorno
morì propr...Altro
Calogero
Taverna Ho molto apprezzato le sue cognizioni e soprattutto il suo interesse
alle cose della storia locale. La mircostoria - che peraltro non dà gloria e
per di più fa perdere quattrini -è la mia mania; mi sento il più grande
microstorico di Racalmuto che per di più vanta un libro come Le Parrocchie di
Regalpetra di Sciascia. In tale contesto -più che plaudente nei suoi confronti
- mi permetta di contrapporre alcuni miei dissensi. Non parlo di MUSEI (ho
attaccato il Pigurini, figurarsi!) - ma di ANTIQUARIUM. Per quel che conosco
io, perché lasciare ai drogati il piano terra del mostro cementizio di Santa
Lucia? Ben altro vi sarà a Sant'Elpidio. Quelle delle monache di S. Pietro sono
riparazioni dell'allagamento fascista della valle del Salto: buono per
l'elettricità, mica tanto per voi cicolanesi: non vi pagano neanche le imposte
per occupazione del suolo comunale. e correte il rischio di finire ora sotto
Viterbo (pensi ai vecchietti come me!).
Calogero
Taverna Aggiungo: correre nei musei è vizio forse solo di certi "bei
vecchietti", ma andare a visitare sale adeguatamente illustrative nelle
località cui si riferiscono i reperti antichi non ha ostacoli legati all'età,
sibbene agli interessi culturali che non ...Altro
La chiesa di
Sant'Elpidio è ben descritta (nella sua decrepitezza del 7 marzo del 1574) dal
vescovo visitatore Camaiani. S. Elpidio era allora dominio di Giovanni Giorgio
Cesarini mentre il territorio contiguo apparteneva al celeberrimo Pompeo
Colonna. La chiesa era "inornata et incomposita"; aveva tetto
fatiscente solcato da "rimis" (al mio paese si chiamano 'gutteri';
voi non so) " “ et pluvia tutum reddendum" ( come dire che bisognava
adoperarsi per non continuare a farvi diluviare dentro). Cento i nuclei
familiari, quasi 500 abitanti che per allora e per paesi di montagna erano
davvero tanti. Là non si parla di reperti archeologici, ma mio cognato Antonio
Marruci mi assicura che dopo vi fu un vescovo reatino diligentissimo in queste
cose. Sia come sia, per me varrebbe di più il recupero di quel tempietto romano
di cui parla il Lugini ove rimaneva ancora affissa la lapide ora elevata a
improbabile decorazione di una parete interna di una chiesa cristiana
sicuramente a suo tempo eretta per sommergere ogni residuo di un meraviglioso
culto pagano. (Mi permetterà di avere in cose di religione, gusti opposti).
eheh... mi
dispiace contraddirla, ma attualmente qui da noi non ci sono luoghi
utilizzabili per poter esporre alcunchè... fino a qualche giorno fa si poteva
pensare alla sala parrocchiale, ma ora è chiusa per la rimozione dell'amianto,
e chissà quanto tornerà usufruibile, per tutto il resto non ho risposte, devo
ammettere di essere mooolto ignorante in materia, sono ben altre le cose di cui
mi occupo, per questo ritengo che la chiesa possa risultare uno dei luoghi più
idonei per l'esposizione della lapide, forse sbaglio, m
Giovedì alle
11.28 · Mi piace
o
forse
sbaglio, ma conoscendo paese e paesani, credo che in altro luogo non si sarebbe
potuta mettere
Calogero
Taverna Capisco. Ogni estate questa splendida terra del Cicolano mi ospita
liberandomi dai plumebi calori romani. Ne sono innamorato. Apprezzo tante
grandissime persone e la civiltà raffinatissima che alberga da voi. Ma un
piccolo difetto lo riscontro. Siete m...Altro
ha colto in
pieno lo spirito paesano!!!!! complimenti! =)
Si sarà resa
conto che io amo il Cicolano senza se e senza ma. Ma tutto il Cicolano e sono
convinto che tanto si dorvà ancora fare. Certo molto è stato fatto e per merito
esclusivo dei Cicolani, chiamiamoli anche Equi. Il frazionismo però qualche
guaio l'ha prodotto. Vi sono quattro capoluoghi (Petrella, Pescorocchiano,
Fiamignano e Borgorose, certo Corvaro scalpita) ma vi sono pure due o tre
frazioncine (manco il 15% dell popolazione) che fanno comune a sé e determinano
maggioranze in importanti istituzioni ove v'è il sistema capitario: quei
sindaci là hanno determinato maggioranze rivolte più a favorirli che a far
crescere il circondario. Mettiamo i fondi che vanno ripartiti per comuni a
prescindere dalle dimensioni e dalle attese amministrative. Abbiamo posti
remunerati che finiscono a piccolissimi comuni e vengono esclusi altri con
maggiori titoli e competenze che hanno la disgrazia di appartenere a realtà
comunali più consistenti. Il lago fu opera sì fascista ma come opera statale,
perché allora tutto nello Stato niente fuori dello Stato. Poi quello Stato si
chiamò Enel e con la mania delle privatizzazioni ora pare (così mi dicono) che
l'opera non solo è privata o privatizzata che dir si voglia ma è passata di
mano a realtà estere. I comuni dovrebbero incassare fior di quattrini. Pare vi
sia una piccola consorteria locale che percepisce e ripartisce. Mi dicono che a
Pescorocchiano arrivano sì e no 4-5000 euro all'anno. L'Ente delegato paga bene
i suoi amministratori. Non so se mi spiego. In compenso, tutti - me compreso
-paghiamo l'IMU più alta d'Italia. Proventi ben ripartiti ed adeguati al suolo
pubblico comunale occupato sarebbero sufficienti non dico a non dover pagare
nulla ma almeno aliquote contenute (sempre giuste comunque). Ho agitato la
questione in un post qui gentilmente ospitato. Sollevo anche altre più spinose
questioni. Vox clamantis in deserto. Pare che quello che interessa il Cicolano
è non mettere in un antiquarium di Santa Lucia le tante epigrafi disperse e
male affisse nei muri delle chiese o delle fontane o in muriccioli alti un
metro a portata degli scarichi abrasivi delle auto. Oppure pagare fior
d'avvocati per far tornare da Fiamignano una crosta di Santa Lucia nel
vicinissimo borgo omonimo. Sarebbe come dire che qui a Roma dovremmo portare su
al Casaletto il Colosseo perché forse la pietra fu portata là da questo
periferico colle. Il Cicolano sia una sola entità amministrativa: non sono più
di otto mila abitanti. Non si frazionino con campanilismi da secchia rapita,
pena un irrefrenabile decadimento abitativo ed economico.
credo che
ormai l'esito sia inevitabile... ciò che è fatto è fatto! siamo cresciuti con
tali convinzioni: a noi di S.Elpidio non nominare Pescorocchiano, per l'amor di
Dio (ed io sono tra questi ahimè o per fortuna?) e lo stesso vale dall'altra
parte.....Altro
Giovedì alle
21.45 · Mi piace
o
Calogero
Taverna Le informazioni su di lui sono frammentarie confuse. Pietro da
Natalibus lo identifica con un eremita originario della Cappadocia e venuto in
Italia dove sarebbe morto. Lo scrittore Palladio lo ricorda come un eremita,
vissuto presso Gerico per molti a...Altro
=) sono
contenta che si sia appassionato così tanto alla nostra terra, e poi sapere che
noi siamo bizantini e a Pesco longobardi mi rincuora, nella mia testa i
bizantini sono più signorili (col significato odierno, naturalmente) dei
Longobardi... ahaha
Giovedì alle
22.32 · Mi piace
o
Calogero
Taverna I bizantini sono i continuatori (talora in meglio, talora in peggio)
della grande civiltà romana; i longobardi? Beh! Gli antenati di Bossi. Mi sa
che sant'Elpidio ci guadagna. Augurissimi a lei ed a tutti gli abitanti di
S.Elpidio
grazie
infinite!!! tantissimi auguri anche a lei! =)
Quelli del
Cicolano Una grande soddisfazione leggere su questa bacheca cultura storica e
letteraria,specie del periodo di cui sono appassionato.Grande ammirazione per
Calogero Taverna per l'accuratezza e la estrema conoscenza dei dettagli.Per non
parlare della nostra Carola,che rappresenta la categoria di giovani di cui si è
orgogliosi di averli nati e abitanti di questa nostra Valle.FB può essere anche
luogo virtuale di aggregazione e scambio di idee e di cultura.
o
Calogero
Taverna Una aggiunta: mia moglie nasce a Pescorocchiano ma la sua famiglia si
trasferisce in un bel maniero a Baccarecce. Lì mia moglie abita per oltre 22
anni. Io trovo alloggio estivo in una casetta di ex monache in Santa Lucia di
Fiamignano (ma non riesco a fare guerra a quelli di Fiamignano per il
trafugamento di una icona di Santa Lucia). Se mia moglie origina dai
longobardi, quelli che guerreggiavano in Val di Varri (vedasi Museo Pigorini),
io dovrei rifarmi ai bizantini visto che al mio paese è stato nel 1940
ritrovato un tesoretto del V-VI secolo d.C. risalenti ad un paio di imperatori
bizantini. L'attaccamento alle proprie radici è sublime, il campanilismo solo
simpaticissimo diversivo
Ma
l'importanza ell'epigrafia èattetata dagi interessi che robustistudiosi
tedeschivi hanno dedicato. Certo si sono avvalsi delle relazioniscjientifiche
nel CIS di uncolosso come il Mommsen. Ma sia come sia,eccoche già nel1804
unosudioso palare dell'Edille (ilquinto)che risisideva a S. Elpidio, il
magistrato Carcovinus.
Val la
penafarne qui una sufficiente sintesi.
magistrato
romano citato due volte nel testo:
3) i. Tüinius Pansa Sctccus tr. mil. 400 v. Chr.
PHIL0L06ISGHHIST0BISGHE KLASSE.
NEUE FOLGE. BAND V, 2.
BERLIN.
WEIDMANNSCHE BUCHHANDLUNG.
1904.
INHALT.
Wilhelm Schulze, Zar G-eschichte lateinischer Eigennamen.
------------------------------------------------------
4) Tappo:
Tappurius = Mose fnasu: Masurius oben S. 190 Muso musu: Musurrius S. 196
carcu: Carcurin- S. 171 sq. vgl. mit S. G9. Tappilor(um) CIL V 5753
(Mailand). P. VilHus Tap-
pulus COS. 199 V. Chr. Also wie Letito: LentuluSj vielleicht auch wie Cato:
Catulus. Plinius bringt
Catus und Corculus zusammen n. h. 7, 118. Man hat aber gewiss für das
richtige Verständnis
von Corculus auch das etruskische Oentilicium xurcles x^^x^es Fabretti 2070
sq. zu bedenken.
3) Cafo: Cafumius Bapo: Bapumius SS. 137. 219 carcu: Carcurin- 172 Anm. 3
latuni:
Latumius 176. 178 sacu: Sagurus 223 manttial:
Manturanum 274 Causo: Cauaorius 262 Caepio:
Ceporiua 351. Llaturnius 149.
Ci risparmiamo qui doglianze sulle colpevoli assenze
delle nostre autorità di settore ed anche della cltura specializzata piùo o
meno accademica. Prospettiamo quindi una istanza a correre almeno adesso ai
ripari. Problema risolvibilae e quindi da risolvere immediatamente.
E’ il 5 marzo 1574. A
Poggio Poponesco arriva il terribile visitatore Pietro Camaiano, noto anche nei
testi di storia nazionale e della chiesa di quella scombussolante meta del secolo
del risorgente umanesimo. La sua visita in tutta l’intera diocesi reatina è
bene inquadrata, trascritta ed annotata dal prof. Vincenzo di Flavio - una
miniera che andrebbe socializzata nell’intera provincia, comune per comune,
mettendo mani anche al portafoglio degli enti autarchici coinvolti.
Da lì sono scaturiti appunti già resi noti ad illustrazione del
collegato centro abitativo di S. Elpidio, quello della sopra spiegata lapide. Non
è tanto una digressione quanto un completamento delindilazionabile richiamo
alla doverosità di interventi pubblici razionali e coordinati per un impellente
salvaguardia del patrimonio archeologoco, storico e di risalto ben ltre i lmiti
di un quasivoglia e comunque giudicabile angolo visuale localistico.Qui è qui
un patrimonio dell’umanità negletto e reso sempre più fatiscente. Ogni rihiamo
è dunque oltre che doveroso improcrastinabile.
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