mercoledì 19 giugno 2013

Lo zafferano giallo sotto la grotta di Fra Diego a Racalmuto secondo Agato Bruno

 
Dovrei dire: questo splendido quadro di Agato Bruno è fresco fresco, come di giornata.
Lo invitai proprio io a farlo, ed eccolo poetico immaginifico molto pertinente. Il punto focale non è tanto la grotta di Fra Diego, pur tanto cara ormai nell'immaginario collettivo dei racalmutesi quanto li cioffi dei fiori ai piedi dell'antro troglodita: sì, si tratta dello zafferano giallo.
Lo zafferano giallo a Racalmuto mi vanto di dichiararlo una mia scoperta. Si girava le Parrocchie di Girgenti quando vidi nei mesi autunnali un bel fiore giallo, non botanico mi parve crocus. Incontri e scontri con il mio amico antagonista, il dottore Giovanni Salvo. Mi corregge, ovvio con un pizzico el solito benigno sorriso da leggere come un  empito di sarcasmo represso. Me lo dichiara zafferano giallo. Tanto di nome latino. Su un testo di storia anche naturale di San Biagio rinvengo foto e caratteristiche.
Non fu tutto. Trovo nella geografia di Strabone un passo relativo alle nostre lande sicane. Siano nel 20 d.C. A quei tempi dice il greco geografo tre erano gli eccellenti alimenti naturali di noi eredi sicani: grano miele e con somma mia sorpresa lo zafferano. così strano e così antico perché non restituirlo alle sue prische funzioni nutritive. Commercio assicurato. Lavoro assicurato. Finanziamenti assicurati. Basta tornare alla terra e coltivare intensamente lo zafferano giallo. Di sicuro vincente nella competizione mercantile con lo scialbo zafferano ceruleo del Gran Sasso o dei retrostanti piani del Velino.

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