Lei: ammetto i divorzi ma non i disimpegni o pause
riflessive , fesserie secondo me per cambiar minestra,
Non mi sono spiegato. Eventualmente il complesso di Edipo ce
lo avresti tu. Ma so che tu non ce l'hai. Io ho invece il complesso di Ulisse.
Lei: che finalmente arriva ad itaca dopo venti anni di
girovagare dalla sua amata Penelope
la notte non dorme, ih! Ih!
Se l'amava non la lasciava in pasto ad un paio i centinaia
di Proci, che essendo re piuttosto muscolosi e ardenti non credo che glie
abbiano perdonata alla casta Penelope: con tutti quei prestanti uomini in casa
non penso proprio che qualche sfizio non se lo sia levato.
Lei: ed ha fatto bene ah! ah! ah! ah!
venti anni sono tanti ....
ad onore del vero, dice l'Odissea che ogni Procio aveva una
dozzina di giovanissime schiave appresso. Ma io dico un motivo di più per Penelope
di provare anche lei come l'amore fisico è sempre una gran cosa anche per la
donna e anche senza amore. Una tantum però.
Lei: ma loro la volevano per impadronirsi del regno
di Itaca
i furboni
e Ulisse li fa secchi tutti e fa bene
Calogero Taverna: non sta tutto nell'Odissea. Là anzi è
detto che Penelope era donna di rigidi costumi che si faceva rispettare. Io non
ci credo. Perché non credo al rispetto come dissi.
Lei: punti di vista.
Ma qui è giunto il momento che io faccia ammenda della mia
irriverenza cversol’Odissea:
Fra essi iniziò a
parlare la saggia Penelope:
«Straniero, ti farò ancora questa breve domanda:
per chi il dolce sonno lo prende, anche se affitto,.
Ma un dio a me diede anche un immenso dolore:
perché di giorno i sazio piangendo tra gemiti,
vedendo in casa il lavoro mio e delle ancelle,
ma quando viene la
notte e il sonno prende tutti
e acute ansie mi straziano in lagrime.
[…]
Così il mio animo è qua e là per due vie,
i miei beni, le serve e la grande dimora dall’alto soffitto,
rispettando il letto nuziale ea voce del popolo,
o seguire, ormai, tra gli Achei, il migliore
che in casa, offrendo
doni infiniti, mi chide.
Mio figlio, finché era ancora bambino, e senza giudizio,
non mi faceva sposare lasciare la casa nuziale.
Ma ora che è grande ed è giunta alla prima giovinezza,
persino mi prega di lasciare la casa,
angustiato dai beni che gli Achei gli divorano. »
Troviamo sublime questo dire di donna, assennata, umana e
dolente. Sì vittima anche allora della dissennatezza maschile; Ulisse girovaga
per assecondare la sua insaziabile sete di sapere, conoscere, per un suo
diletto astratto, di vaga cultura, Ma moglie e figlio penano assai e per una
stoltezza di un maschio scriteriato, vagulo, senza onore, privo di scrupoli per
il mancato rispetto dei legami familiari liberamente scelti. Il mio maschilismo
traballa.
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